Il mio filo rosso by Giulia Maria Crespi

Il mio filo rosso by Giulia Maria Crespi

autore:Giulia Maria Crespi [Crespi, Giulia Maria]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Einaudi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Ricordo che in quei giorni al «Corriere» ci si sentiva come in un’area anonima, distaccata, senza un filo conduttore.

Montanelli continuava a mestare le acque sparando soprattutto contro di me. Andò in cronaca e tenne un piccolo comizio, dicendo che io ero a livello dei mongoloidi e sottosviluppati, e che il «Corriere», gestito da tre pazzi, sarebbe andato alla rovina. Era necessario evitare che la redazione si sfasciasse. Egli mirava a creare uno stato di caos totale, per proporsi poi come il salvatore.

Però l’assemblea di redazione seppe dallo stesso Spadolini che la Proprietà aveva già firmato con lui un contratto di collaborazione. I redattori si aspettavano uno Spadolini molto battagliero. Quando seppero che aveva già in tasca il contratto di collaborazione, un po’ si smontarono. Però in quei giorni i nostri rapporti con Spadolini si guastarono del tutto. Quando andammo nel suo ufficio, per discutere la liquidazione, fece una scena pazzesca. Sentendo nei corridoi quella sua lunga sfuriata il comitato di redazione fece in parte marcia indietro, ma volle salvare la faccia e noi abbozzammo. Non concedemmo il parere vincolante ma ci accordammo per il parere non vincolante alla nomina di un direttore.

E qui mi sembra opportuno definire con precisione i termini dell’accordo che in quel periodo era anche in discussione a livello nazionale.

Il comitato di redazione colse, quindi, al balzo l’occasione dell’allontanamento di Spadolini per riproporre il tema a livello aziendale anche nella consapevolezza che ottenere questo riconoscimento nel maggiore quotidiano nazionale avrebbe spalancato la porta a una modifica in tal senso del contratto nazionale dei giornalisti. Come, in effetti, avvenne, anche se piú tardi, col successivo rinnovo del contratto nazionale.

In ogni caso né in sede nazionale né in via Solferino fu mai avanzata la richiesta di decidere, insieme alla proprietà, la linea editoriale e politica del giornale. L’accordo definito in sede «Corriere» fu facilitato dal fatto che il comitato di redazione acconsentí a far scattare il potere consultivo della redazione sulle nomine direttoriali non da subito ma per il futuro: insomma non su Ottone, ma sul suo successore.

Finalmente il 9 marzo 1972 si svolse l’incontro fra il comitato di redazione, gli editori, il direttore generale Accolla e i consulenti legali della Proprietà. Si concordò il seguente protocollo, pubblicato sul «Corriere» del 10 marzo 1972, destinato a diventare fondamentale non soltanto per il «Corriere» ma per tutta la stampa italiana:

Gli Editori, indipendentemente da ogni considerazione sulla vicenda in corso al «Corriere della Sera», consapevoli che il loro giornale è un servizio pubblico, riaffermano il loro pieno e assoluto rispetto dei principî di libertà e indipendenza dei giornalisti dell’azienda.

Sono altrettanto consapevoli che le loro responsabilità imprenditoriali debbano essere validamente esercitate per garantire la sicurezza del posto di lavoro a tutti coloro che appartengono all’azienda.

L’esercizio di tale responsabilità comprende anche la nomina di coloro ai quali vengono attribuiti compiti direttivi.

Nel contempo ritengo giusto concordare con il comitato di redazione particolari intese che ribadiscano e garantiscano l’indipendenza e la libertà dei giornalisti.

In pratica quindi gli Editori – senza voler minimamente interferire nelle trattative



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